Castrazione del cane e comportamento: si o no?
In quali casi è opportuno farla, quando, castrazione chirurgica o farmacologica?
Castrazione del cane e comportamento
Spesso e volentieri amici e clienti mi chiedono informazione sulla castrazione e sterilizzazione dei cani:
Prima di tutto una rapida spiegazione sugli interventi.
Castrazione del cane: spieghiamo gli interventi
Per il maschio…
Castrazione chirurgica o orchiectomia che consiste nella rimozione delle gonadi maschili, dei testicoli, sede di produzione del testosterone e degli spermatozoi
Castrazione farmacologica (o chimica) che è invece una castrazione temporanea consistente nell’inserimento nel sottocute del cane di un impianto…
il quale rilascia lentamente un principio attivo che porta all’inibizione della sintesi del testosterone (ormone sessuale maschile).
Il cane per un tempo limitato di circa 6 mesi non mostrerà interesse all’accoppiamento.
Questo tipo di castrazione è spesso suggerita dai veterinari comportamentalisti:
in presenza di alterazioni del comportamento del cane, in quanto dà la possibilità di osservare se l’assenza del testosterone induce un miglioramento del comportamento
(confermando che la scelta è quella corretta)
o un peggioramento dei sintomi, in questo caso nell’arco di 6 mesi sarà possibile tornare alla situazione originaria.
Per la femmina…
Per le femmina invece si parla di sterilizzazione: ovariectomia e ovario-isterectomia.
Nel primo caso, applicato soprattutto a soggetti giovani, vengono asportate sole le ovaie, sede di produzione degli ormoni sessuali femminili
Nel secondo caso, usato prevalentemente nelle sterilizzazioni tardive, viene asportato anche l’utero.
Generalmente la sterilizzazione viene sempre consigliata perché presenta vantaggi importanti legati alla salute del cane
come ad esempio la prevenzione di tumori della ghiandola mammaria, tumori uterini e piometra.
Di solito è meglio ricorrere alla sterilizzazione fra il primo e il secondo calore o ancor meglio, per una stabilizzazione del comportamento, tra il secondo e terzo calore.
La castrazione del cane: risolve i problemi comportamentali?
La castrazione è un’intervento che viene spesso richiesto dai proprietari, o proposto dal veterinario clinico come prima risoluzione clinica del comportamento aggressivo, tuttavia i risultati di tale intervento sono spesso deludenti.
Stessa cosa può essere detta per quei cani che si presentano particolarmente agitati e pertanto si crede che la castrazione possa “calmarli”.
Cerchiamo di capire allora quale possa essere la scelta corretta in riferimento a una possibile castrazione.
In primis quando ci troviamo in difficoltà per i comportamenti emessi dal nostro cane il consiglio è quello di richiedere una visita comportamentale.
Rivolgendosi a un veterinario esperto in comportamento, che potrà indagare sull’insorgenza e sulle motivazioni che spingono il cane a comportasi in modo non adeguato.
La visita permetterà di capire innanzitutto se sono presenti patologie organiche che portano all’emissioni di comportamenti anormali e successivamente alla definizione del profilo comportamentale del cane.
Solo in seguito alla definizione del profilo comportamentale del cane sarà possibile dare indicazioni in merito alla castrazione.
In genere in presenza di comportamenti aggressivi è importante capire quando sono insorti, cosa li scatena e verso chi sono indirizzati.
Castrazione del cane per motivi comportamentali?
Castrazione del cane e comportamento
Disturbo competitivo di relazione (DCR) interspecifico
Nel disturbo competitivo di relazione (DCR) interspecifico, o sociopatia, in presenza di quella che viene definita triade dell’aggressività (aggressione gerarchica, territoriale e per irritazione) la castrazione può in alcuni casi rivelarsi utile, a patto che venga praticata precocemente, subito dopo la pubertà (o ancor meglio prima della pubertà, se i sintomi del disturbo sono precoci).
Con la castrazione si ha una caduta dei livelli di testosterone
il quale ha un importante ruolo nello sviluppo del soggetto e nell’accentuarsi delle aggressioni di questo tipo durante la pubertà, con l’avanzamento dell’età il testosterone diventa di importanza secondaria per la patologia.
Per questo ultimo motivo non ci si deve aspettare risultati se i disturbi sono di vecchia data o se le aggressioni sono ormai strumentalizzate perché poco hanno a che fare con gli ormoni sessuali.
In caso di DCR intraspecifico, quindi tra cani dello stesso gruppo
la castrazione potrebbe essere di aiuto (anche in questo caso si presuppone che sia il testosterone a indurre aggressività fra soggetti) e, secondo alcuni autori, pare sia utile sterilizzare anche gli altri membri del gruppo per non rischiare di aggravare il problema.
A mio parere, in questo ultimo caso ovviamente, prima di prendere la decisione di un sterilizzazione di gruppo, è sempre opportuno che sia fatta un’attenta valutazione comportamentale di tutti i membri del branco.
Nei casi di aggressività tra cani maschi, al di fuori dell’ambito domestico, la castrazione potrebbe migliorare la situazione soprattutto nei casi in cui il comportamento sia scatenato dalla presenza di femmine.
In tutti gli altri casi di aggressività generalmente è sconsigliata la castrazione in quanto poco o per nulla risolutiva del problema.
Nel caso di femmine aggressive si sconsiglia la sterilizzazione perché spesso si osserva un peggioramento del comportamento legato al fatto che gli unici ormoni sessuali presenti in circolo sono quelli maschili (testosterone), comunque prodotti anche nei soggetti di sesso femminile e che portano a un’innalzamento della competitività.
Castrare il cane per calmarlo?
L’altro caso per il quale spesso viene indicata la castrazione, come dicevamo, è per i cani che si dimostrano particolarmente agitati, incontenibili o “euforici”.
Ecco in questi casi io sconsiglio quasi sempre la castrazione in quanto non risolutiva e, nel caso in cui fossimo in presenza di un cane insicuro la situazione potrebbe ulteriormente peggiorare, perché con l’operazione andremmo a togliere la componete di “coraggio e sicurezza” fornita dagli ormoni maschili.
Quando è consigliabile quindi?
La castrazione presenta indicazioni in quei maschi che diventano particolarmente agitati nei periodi di calore delle femmine, in presenza di fughe “per amore”, marcature urinarie ossia quando il cui comportamento è palesemente imputabile al testosterone.
In conclusione la tendenza attuale è quella di pensare che la castrazione sia la panacea di tutti i mali, tuttavia la sua applicazione trova indicazione solo in rari casi che devono essere valutati attentamente prendendo in considerazioni diversi aspetti:
- l’età del cane
- il momento in cui si sono presentati i comportamenti indesiderati
- gli aspetti clinici
- l’assetto comportamentale ed emotivo del cane.
Quindi prendiamoci del tempo per capire quale sia la scelta migliore per il nostro cane e ricordiamo comunque, che anche nei casi in cui si applichi la castrazione, è sempre bene associarla a un percorso riabilitativo che permetta al cane di acquisire le competenze utili per il miglioramento del comportamento.
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